Ognuno muore solo

Hans Fallada

"Ho sempre pensato che bastava far bene il mio lavoro e non improvvisare nulla. E ora scopro che avrei potuto fare un mucchio d'altre cose: giocare a scacchi, essere gentile con la gente, ascoltare musica, andare al teatro." "Nessuno può vivere in tutte le direzioni, Quangel. La vita è così ricca. Lei sarebbe sminuzzato. Ha fatto il suo lavoro e si è sempre sentito un uomo completo. Quando era ancora fuori, era contento di sé."

"Perlomeno lei ha resistito al male. Non è diventato malvagio insieme con gli altri. Lei ed io e i molti che sono qui in questa casa e molti, moltissimi in altre case simili e le decine di migliaia nei campi di concentramento continuano a resistere ancora oggi, domani..." "Sì, e poi ci ammazzeranno, e a cosa sarà servita la nostra resistenza?" "A noi sarà servita molto perché sentiremo di esserci comportati fino alla fine in modo decente. E più ancora sarà servita al popolo che sarà salvato per amore dei giusti, come sta scritto nella Bibbia. Vede, Quangel, sarebbe sttao naturalmente mille volte meglio se avessimo avuto un uomo che ci avesse detto: dovete agire così e così, questo o quello è il nostro piano. Ma se ci fosse stato un uomo simile in Germania, non avremmo mai avuto il 1933. Così abbiamo dovuto agire ognuno per conto suo, e siamo stati presi uno per uno, e ognuno di noi morirà solo. Ma non per questo siamo soli, Quangel non per questo moriamo inutilmente. A questo mondo nulla accade inutilmente, e poiché combattiamo per la giustizia contro la forza bruta, saremo noi i vincitori, alla fine."